Falsa
fenice
Son belli davvero i tuoi sassi consunti
specchio di grandi e potenti vittorie
muori da sempre e sempre rinasci
non Dalle ma Tra le rovine,
non sei una fenice e credi di si.
È da tempo ormai, che c'ignoriamo
Ho assaporato davvero il tuo
ingannevole fascino
da quando arrivai, spaurito e deluso
ma da allora e da sempre
come Conte ci disse
come Conte ci disse
“nascondevi di te più di quanto
apparisse”.
Maschera di scanzonata bellezza
nascondi crudele indifferenza
per chi non ha, non conta e
nell'accoglienza
ripone speranze in te grande “mamma”
che però t'ignora, perchè non ha più figli ma solo inquilini.
Furba, mendace, rampante e accomodante
espressione di bellezza e modello di
cultura
presuntuosa arroganza da Signora del
mondo
esibizionista e altera, ignorante e
sbruffona
perlopiù sei per me una facciata,
una quinta teatrale,
cartolina falsata con photoshop.
Credon d'amarti, di scoprirti ed averti
ma son le unità a falsare il totale
e farti vessillo di una lingua morta.
Vivi da sempre di gloria passata
e vacue e tristi vittorie da stadio,
ma sai come me che tolleranza e
rispetto
non sono soltanto colore e apparenza
La decadenza è velata nella stessa
gloria
che hai costruito nell'arroganza.
E ancora tu porti nel tuo mosaico
tessere fetide e ipocrite di fede,
lo sfarzo esibito come potenza
ma solo carcassa della ragione.
E accogli e produci ancora escrementi
di cani feroci nei loro troni,
eredi mendaci del “bene comune”
avvoltoi rapaci della speranza..
Non dirò il tuo nome per rispetto dei
“tuoi”
e sono lontano dai quei rospi Verdi
è un compendio sagace di trent'anni
di vita,
quel pezzo di vita che mai capirò.
Sento di fare il verso al gran Remo
ma non quello ucciso da suo fratello,
quello tradito dalla sua “mamma”
che dopo tempo però..
ritrovò.
ritrovò.
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